TORINO – Una telefonata ti allunga la vita. O la trattativa. La Juventus ha cambiato di fresco l’assetto societario, ma non il destinatario di alcune chiamate: il club bianconero, infatti, nelle ultime ore è tornato a farsi sentire con l’entourage di Victor Osimhen. Una mossa per marcare il territorio, non certo per affondare il colpo: prima va irrobustita la compagine dirigenziale, prima soprattutto va risolta la grana Vlahovic. Difficile muoversi a cuor leggero con il peso dell’ingaggio del serbo a gravare sui conti, a maggior ragione in presenza di un’operazione onerosa come sarebbe quella per la punta nigeriana. Occorre tempo per sciogliere i nodi e per studiare gli incastri: occorre, appunto, una telefonata.

Binomio Osimhen-Juve

E nuovi aggiornamenti tra le parti, di recente, ci sono stati. Per confermare l’interesse della Juventus nei confronti di Osimhen, a prescindere dall’avvicendamento tra Giuntoli e Comolli al timone del mercato, da una parte, e per ribadire l’interesse di Osimhen a sposare il progetto tecnico della Juventus, a prescindere dalla tante manifestazioni d’interesse ricevute, dall’altra. E proprio questo è uno dei punti sulla lavagna che strizzano l’occhio alla possibilità che il binomio diventi realtà nel corso dell’estate, anche se la concorrenza è forte e i bianconeri al momento non risultano in prima fila. L’attaccante, però, vuole giocare la prossima Champions League, e questa condizione rischia di escludere subito qualche pretendente, a partire dal Manchester United. A meno che i petroldollari promessi dall’Al Hilal, a lungo andare, finiscano per indurre il bomber a una svolta araba: nell’aria c’è un rilancio da circa 50 milioni a stagione, e su quel fronte nessuno potrebbe ribaltare la partita.

La maxi asta

Le possibilità di vedere Osimhen in bianconero, però, sussistono. Innanzitutto perché, a trattare con il Napoli, che ne detiene il cartellino, non si presenterebbe più Giuntoli, bensì il suo successore Comolli: una sorta di tabula rasa sui rapporti pregressi anche per De Laurentiis. Quello stesso De Laurentiis che, a dispetto delle smentite di facciata, un problema interno da risolvere ce l’ha, poiché il nigeriano e gli azzurri rappresentano due pianeti destinati a non riallinearsi più. C’è la possibilità che un club estero paghi la clausola da 75 milioni, valida dall’1 al 15 luglio, certo, discorso che vale per l’Al Hilal così come per il Galatasaray, che vorrebbe trattenere ancora la punta in Turchia. A maggior ragione dopo un’annata da 37 gol in 41 partite: cifre in grado di impressionare anche un esperto di numeri come… Comolli. Ma c’è anche la possibilità che il Napoli si ritrovi a trattare per l’addio del nigeriano, e ADL non potrà ripetere il copione di un anno fa. E poi, in ultimo, c’è il discorso legato alle alternative in mano ai bianconeri: le bocche di fuoco di questa levatura sul mercato scarseggiano e Viktor Gyokeres, una di queste, pare sempre più indirizzato verso l’Arsenal, al saldo delle scaramucce tra Gunners e Sporting per tirare sul prezzo. Un altro fattore che potrebbe “spingere” la Juventus

Le alternative Retegui e Ramos

Altrimenti? I nomi restano quelli di Retegui dell’Atalanta, che già conosce bene la Serie A, o quello di Gonçalo Ramos del Psg, con cui sono fitti i discorsi per la permanenza a Torino di Randal Kolo Muani. Una variabile non di poco conto, poiché dirimente per comprendere se i bianconeri dovranno cercare in estate una o due punte. E una variabile importante sarà rappresentata anche dai risultati al Mondiale per Club: sui campi di mezza America, per gli uomini di Tudor, ci sono in palio 127 milioni di euro. Un propellente non da poco per il mercato che verrà.

 

 

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