Giroud sulla lotta scudetto: “Non è facile ma noi vogliamo la seconda stella”
Olivier Giroud, attaccante del Milan e della Nazionale francese, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Le Journal de la Dimanche.
Il francese classe ’86 ha parlato di tante tematiche sia attuali che legate al suo futuro tra cui gli obiettivi del Milan. Ecco le sue parole come riportate da TMW:
“Vede un futuro ancora al Milan?
“Mi piacerebbe restare. Sono in scadenza di contratto il prossimo giugno, ma non ho ancora parlato con il club, a differenza di quanto dicono i media. Voglio continuare e credo di avere le carte in regola per farlo. Posso essere ancora utile a questa squadra. Ero già un tifoso del Grande Milan negli anni 2000. Per me è stata una benedizione entrare a far parte di questo club. Quello che ho ottenuto nella mia carriera va ben oltre i miei sogni da bambino. Non ho rimpianti. Rifarei esattamente le stesse cose”.
In Italia ha raccolto grande popolarità…
“Non ho mai visto nulla di simile. I tifosi italiani sono incredibili. C’è davvero una passione, un amore per il club, per i colori… Da parte mia, cerco di essere semplice e naturale. Nessuno è perfetto, tutt’altro. Tutti commettiamo errori lungo il percorso. Pure io che a Lecce ho preso un secondo cartellino giallo dopo aver reagito male. Anche se non ho insultato l’arbitro, ci sono sempre momenti in cui bisogna contenersi. Questo dimostra che sono umano. Ma naturalmente dobbiamo essere esemplari ed è un piacere essere riconosciuti anche da tanti francesi”.
Il prossimo Europeo e gli obiettivi stagionali?
“Non guardo troppo avanti. Il mio obiettivo è fare una grande stagione con il Milan e vincere la seconda stella, che sarebbe sinonimo del 20° scudetto. Non sarà facile, ma ci crediamo. Fare bene in Champions League, vincere l’Europeo con la Francia e poi faremo un bilancio”.
Cosa farà in futuro?
“La domanda mi è già stata posta, ovviamente. Il calcio è la mia passione, quindi penso che resterò nel calcio. Allenatore? Non credo, almeno per il momento: non ne ho il desiderio e non so se ne avrò mai l’energia o la volontà, perché è un lavoro molto impegnativo. Mi piacerebbe fare il direttore sportivo, perché in un club si è coinvolti in una serie di cose: la politica degli ingaggi, la prima squadra, l’accademia… Ma lo dico oggi, poi le cose potrebbero cambiare”.
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